Cultura

Il populismo letterario comincia con l’inseguimento della cronaca

In questo periodo gli scrittori si infilano spesso nelle proprie opere, come dei blogger qualunque, e cercano di legittimare l’invenzione letteraria ancorandola all’attualità. Ma così sviliscono il proprio ruolo e quello della scrittura

  • Da un po’ di tempo vige la moda di ‘fare i nomi’ nei romanzi, inserendovi lacerti di realtà controllabili sui giornali o all’anagrafe.
  • Non solo nell’autofiction propriamente detta, ma anche nei non-fiction novel ispirati a delitti famosi o a vite in qualche misura notevoli, e infine in quelle forme di meta-narrazione per cui un autore non racconta una storia ma piuttosto il come e il perché lui abbia deciso di raccontare quella storia.
  • Come se ci fosse bisogno di un sigillo di autenticazione, quelle che vi racconto non sono balle. Da dove nasce questo bisogno ?

  Nell’ultimo romanzo di Emmanuel Carrère, Yoga, c’è un passo che riguarda il generale Massu, il torturatore d’Algeria; nell’intervista rilasciata a un settimanale il generale avrebbe detto, riferendosi alla tortura con gli elettrodi, «non bisogna esagerare, non fa poi così male, l’ho provata su me stesso». La “stupida oscenità” di questa frase Carrère la trasferisce a ciò che talvolta pensano gli scrittori di autofiction: «sì, parlo male degli altri, però parlo malissimo anche di me stesso»: la

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