Nella Francia di fine Ottocento si diffuse l’interesse per l’occulto. Nel tempo in cui il materialismo domina, le pratiche e le teorie esoteriche ritornano, come accade ora. La fonte di origine sono gli intellettuali e gli artisti. Oggi, con il trionfo di un utilitarismo rozzo, la deriva è rappresentata dalle varie teorie del complotto, stile QAnon e Terrapiattismo. A visitare la prima delle cinque capsule tematiche della mostra centrale della Biennale, intitolata La culla della strega e fulcro del progetto curato da Cecilia Alemani (Il Latte dei Sogni), vien da pensare che per fortuna c’è l’arte. Questa ha da sempre coltivato una relazione stretta con la Magia, l’Alchimia, l’Occulto, l’Esoterismo. La Culla della strega svela il potere del meraviglioso, attraverso le opere di artisti come Leonora Carrington, Remedios Varo o Maya Deren. Nella Venezia artistica della 59° Biennale si respira il clima del Surrealismo, e non solo attraverso le opere degli artisti storici in mostra, ma anche attraverso quelle di artisti giovani che chiamare surrealisti sarebbe troppo, ma i cui lavori con il surrealismo hanno più di un debito.

Non è solo in Biennale che si entra nel regno dell’esoterico. Alla Guggenheim Collection la mostra Surrealismo e Magia - La modernità incantata, a cura di Gražina Subelytė e Daniel Zamani, presenta capolavori di artisti quali Carrington, Ernst, Delvaux, Magritte, Masson, Brauner, Dalì, De Chirico. Qui Il Surrealista di Brauner dona una sintesi del tema: l’artista è il Mago, la prima carta degli Arcani Maggiori dei Tarocchi. Sul cappello compare il simbolo dell’Infinito, in una mano tiene il bastone/bacchetta, sul tavolo una coppa, monete, una lama. Il Mago governa i quattro semi dei Tarocchi: bastoni, denari, coppe, spade, ossia i quattro elementi naturali: fuoco, terra, acqua, aria: ossia il Tutto. Sempre a Venezia, a palazzo Ducale, Kiefer mette in scena la monumentale Questi scritti, quando verranno bruciati, daranno finalmente un po’ di luce. L’artista ritorna in questa mega installazione a uno dei suoi luoghi deputati, La scala di Giacobbe, ripresa dall’iconografia seicentesca di Robert Fludd, medico, alchimista, teosofo, astrologo, rosacrociano inglese. Dalla scala di Giacobbe gli angeli scendono e salgono al paradiso. Si potrebbe ipotizzare un fenomeno di sincronicità tra le mostre veneziane e quella alla Tate Modern di Londra, che con la mostra Surrealism Beyond Borders celebra il movimento e le sue innumerevoli espansioni oltre i limiti temporali (ottanta anni) e oltre i limiti geografici (cinquanta paesi). Il surrealismo entra nel regno dell’inconscio e, nondimeno, ha punti di contatto essenziali con l’alchimia, che ha rappresentato una fonte concreta dell’arte e della filosofia surrealista. Ha frequentato l’Occultismo, la Magia, la Cabala. Alchimia e surrealismo, questo è il primo punto sostanziale, si basano sulla conoscenza del Sé, sul riconoscimento della incompletezza dell’Animus (principio maschile) senza Anima (principio femminile) e viceversa. Il secondo punto chiave considera il ritorno del surrealismo – e quindi dell’esoterismo – quale emersione ennesima di filosofie che non sono mai scomparse e sono sempre state presenti nella cultura occidentale. La trasmissione del pensiero greco nella Italia del Rinascimento, Plotino, Giordano Bruno, Marsilio Ficino, hanno «trascinato con sé», come ci ha insegnato Jacob Burckhardt, il mondo occidentale. A ciò si somma la dissolvenza delle fedi ufficiali, e la crescita di una sorta di gnosi, un approccio al divino basato su un percorso personale di illuminazione, contaminato con pratiche misteriche. Un’opera che collega la Biennale e la Guggenheim è il film The Witch’s Cradle (La culla della strega, 1943) di Eleanora Derenkovskaja, più nota come Maya Deren, il nickname Maya si riferisce al velo di Maya, termine sanscrito per illusione, velo che, secondo Schopenhauer, ci impedisce di vedere la realtà. Influente regista sperimentale, Deren ha avuto una vita complessa, passando dalla sperimentazione artistica alla stregoneria e ai riti Vudù (progetto serio, con borsa di studio Guggenheim) finendo uccisa dalla denutrizione e da un prolungato, letale, mix di psicofarmaci e amfetamine. I protagonisti del film sono Anne Clark-Matta e Marcel Duchamp. Il titolo è un calembour basato su un gioco infantile, che si gioca con una corda: il cat’s cradle, la culla del gatto. Il film dura 12 minuti ed è incompiuto. Lei e Lui sono lentamente avvolti da nodi e funi sottili che li imprigionano. Nel cat’s cradle il tema sono i nodi: in stregoneria, rinforzano il rituale attraverso la ripetizione. Nel film, che fu girato nella Galleria di Peggy Guggenheim a New York, Duchamp gioca a scacchi (noto topos Surrealista). Nel cerchio in cui è iscritto il pentacolo disegnato sulla fronte di Lei è riportato un loop dell’Occulto: the end is the beginning is the end, una ruota infinita. La stella a cinque punte è un talismano magico di protezione, i vertici delle punte, uniti, formano un pentagono, lo stesso in cui è iscritto l’Uomo Vitruviano di Leonardo e quello di Luca Pacioli. Rovesciato (con i vertici inferiori in alto) il pentacolo è destinato alla evocazione dei demoni. Nel 1944 Adorno scrive che «l’arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità”»; un volantino surrealista del 1925 recita: «Voi che avete del piombo nella testa / Fondetelo per farne dell’oro surrealista», ecco.

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