La raccolta di reportage del papà di Maigret offre itinerari sconosciuti tra le varie regioni, osservate da un punto di vista eccezionale, quello dei corsi d'acqua, dalla Senna alla Marna passando dal Rodano e dalla Garonna. L’occhio è quello del giovane Simenon a bordo di una piccola barca, la Ginette,, con moglie, domestica e cane in giro per «la Francia sorridente».
Ci sono tanti modi per prepararsi a un viaggio, per arrivare nei luoghi di vacanza con un'idea precisa di cosa ci si troverà di fronte, con itinerari già studiati, biglietti già comprati per evitare code e ristoranti già prenotati per non girare a vuoto o rifinire in un fast-food identico a quello sotto casa.
Per fare questo ci sono, ovviamente, le guide, e oggi ce ne sono davvero per tutti i gusti, dalle più famose firmate da Lonely Planet (forse le più vendute se è vero che spesso i posti lì consigliati come i più “autentici” sono sempre pieni, con una percentuale importante di italiani) alle classiche Routard fino a quelle più chic, ed estremamente interessanti grazie ai loro reportage, inchieste e testi letterari, della collana The Passenger di Iperborea.
Cimiteri e madeleine
Non mancano quindi gli strumenti per arrivare il più preparati possibile al momento della partenza, ma spesso queste guide non bastano perché il viaggio può nascere anche da desideri diversi dall'idea di una semplice vacanza, per esempio come una sorta di pellegrinaggio intorno ai luoghi degli autori o degli artisti che si amano (chi, a Parigi, non ha fatto almeno una rapida visita al cimitero di Père-Lachaise, per sostare un momento sulle tombe di Marcel Proust o Frédéric Chopin?) o come un'occasione per replicare i passi di imprescindibili maestri, sia per provare a carpire un po' di più il loro segreto, sia, più semplicemente, per la curiosità di vedere luoghi che abbiamo costruito e coccolato con la nostra fantasia durante la lettura (si può per esempio calcare i luoghi di Alla ricerca del tempo perduto viaggiando per la Normandia, da Illiers-Combray dove il narratore gusta la celebre madeleine a Cabourg, la Balbec del romanzo).
La rotta di Maigret
Certamente non è solo questo, ma la raccolta di reportages Una Francia sconosciuta di Georges Simenon (pubblicato da Adelphi con la traduzione di Maria Laura Vanorio e una nota di Ena Marchi) può essere letta anche come una peculiare guida alla Francia, soprattutto da chi conosce le opere dello scrittore belga che tra i romanzi dedicati al commissario Maigret, i cosiddetti romans durs e le sue memorie ha costruito, tra le altre cose, uno straordinario “tour de France”.
Questo volume in particolare mantiene la promessa del titolo perché in effetti offre itinerari sconosciuti tra le varie regioni francesi, osservate da un punto di vista eccezionale, quello dei suoi corsi d'acqua, dalla Senna alla Marna passando dal Rodano e dalla Garonna, da un giovane Simenon che, alla fine degli anni Venti, acquista una piccola barca, la Ginette, «una tenda, due materassi, un piccolo quadrato a poppa per la macchina da scrivere e le pentole», e con la moglie, la domestica e un grosso cane di quasi sessanta chili viaggia per quella che definisce «una Francia che forse è la più bella, la più varia e la più ricca».
Così, attraverso uno sguardo inedito dello scrittore nelle vesti di marinaio, si segue la piccola barca muoversi tra chiuse e canali toccando città più o meno conosciute della Francia (da Reims a Chalon-sur-Saone, da Tolosa a Castelnaudary) e cercando di avere la meglio anche nelle situazioni più avverse («c'era una corrente a ventotto chilometri all'ora, il mio motore ne faceva solo quattro»), si immagina il suo ridotto equipaggio che assaggia i piatti più caratteristici (da un capretto cucinato da un'anziana signora sulla Marna al cassoulet in Occitania) e Simenon che non dimentica mai di scrivere ogni giorno e in qualsiasi condizione (come a Le Grau-du-Roi, sul Mediterraneo, dove, racconta Simenon, per resistere alle zanzare «mi sistemavo sulla testa una pezza di garza e fumavo la pipa a più non posso, tanto che un giorno andò tutto a fuoco»).
I romanzi popolari
Simenon si imbarcò in questo viaggio quando cominciava a guadagnare e vivere dignitosamente con la scrittura, dopo anni passati a fare il galoppino e il segretario di aspiranti e ricchi scrittori, e doveva scappare da un amore che avrebbe messo in crisi il suo matrimonio (cosa che, comunque, accadrà lo stesso): il racconto di questi viaggi finì su giornali e riviste, ma come ha detto lo stesso scrittore, ogni cosa era fatta, principalmente, per la sua opera: «Non ho mai fatto reportage per i giornali, li ho fatti per me».
Come infatti per la scrittura fluviale di romanzi popolari che anticipano Maigret e i romans durs, ma che sono un apprendistato fondamentale per costruire atmosfere, personaggi e ambienti, anche questi reportage offrono a Simenon un materiale, paesaggistico e umano, che tornerà prepotentemente nei suoi libri successivi come retroterra fondamentale per raggiungere il suo obiettivo più grande, riuscire a raccontare l'uomo nella sue essenza, quello che lui chiama “l'uomo nudo”. «Arrivato a Parigi continuavo a cercare di conoscere l'uomo. Per trovarlo bisognava che conoscessi la Francia», ha raccontato Simenon, ma non attraverso le strade, possiamo aggiungere grazie a questo libro, ma tra fiumi, chiuse e canali («Mi bastava concentrarmi per pochi minuti perché sorgesse dalla mia memoria, in ogni particolare, un paesaggio al quale non avevo minimamente prestato attenzione. E il romanzo si scriveva da sé»).
I pescherecci in Normandia
Chiunque abbia frequentato la fantasia di Simenon si divertirà molto nel collegare gli spazi che in Una Francia sconosciuta vengono fisicamente attraversati dallo scrittore con le ambientazioni e l'umanità che si affacciano nei suoi libri, come la vicenda del protagonista di Il grande Bob (che finalmente Adelphi ripubblica, straordinario romanzo psicologico in cui Bob decide di togliersi la vita gettandosi proprio in un fiume), i tanti romanzi ambientati in Normandia dove barche e pescherecci assumono un ruolo fondamentale (per esempio in All'insegna di Terranova, romanzo con il commissario Maigret, così come Il porto delle nebbie dove una chiusa è l'epicentro di morte e malaffare), l'acqua che si trasforma in un luogo dove nascondere segreti (è ciò che accade nella torbida storia di L'orsacchiotto e nell'indagine di Maigret L'impiccato di Saint-Pholien), ma anche tutte quelle guinguettes, quei piccoli bistrot, più o meno inquietanti, che sorgono sulle rive della Senna e che offrono al commissario Maigret improvvisi lampi di genio (come accade in Una testa in gioco o in La balera da due soldi).
Una Francia sconosciuta è quindi un'altra splendida partitura di uno dei maggiori scrittori del Novecento, ma è anche una guida sui generis a una Francia che esula dall'immaginario comune, il racconto di decine di migliaia di corsi navigabili che offrono una visione unica, e autentica, di un paese oggi certamente molto diverso ma che nasce nei luoghi e nelle persone, «la Francia sorridente» la chiama Simenon parlando di lavandaie, pescatori, lavoratori delle chiuse e anziane signore, che costellano questi reportage.
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