Cultura

In quarantena dentro le pagine di Anonimo veneziano

  • Per la prima volta l’incubo si è materializzato, a Venezia la bassa stagione non è mai veramente finita. E se non ci sono i turisti non c’è il lavoro, se non c’è il lavoro non c’è la casa, se non c’è la casa non c’è la città.
  • A marzo chiudeva tutto, ad aprile piangevamo, a maggio ci dicevano che era tempo di prepararci a uscire di nuovo, a giugno ho letto Anonimo veneziano, un libro disperato scritto da un uomo con eccellente senso dell’umorismo 
  • Dopo averlo letto mi sono affacciata alla finestra. Venezia finalmente era sparita e potevo imparare a guardarla da lontano

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