L’arte di Domani

Il perverso incentivo di stato a vendere i capolavori d’arte all’estero

Cagnaccio di San Pietro, Dopo l’orgia, 1928 Mostra \\\"Realismo magico\\\", Palazzo Reale, MIlano, a cura di Gabrella Belli. Foto Mondadori Portfolio/Electa/Luca Carrà
Cagnaccio di San Pietro, Dopo l’orgia, 1928 Mostra "Realismo magico", Palazzo Reale, MIlano, a cura di Gabrella Belli. Foto Mondadori Portfolio/Electa/Luca Carrà
  • Le leggi del nostro paese aiutano o no i collezionisti a valorizzare il patrimonio artistico faticosamente raccolto in una vita intera? Assicurano o no al Paese, allo Stato italiano almeno una parte dei capolavori acquisiti con impegno e competenza dai collezionisti?
  • La legge Bottai a tutela del patrimonio artistico nazionale risale al 1939 ed era espressione del contesto socio-economico e politico di allora. L’unica modifica che è stata apportata alla legge è l’innalzamento della soglia temporale sopracitata da 50 a 70 anni.
  • È il momento di ripensare al rapporto tra le istituzioni e i soggetti privati, aprendo le porte a questi ultimi proponendosi nell’acquisto delle opere al prezzo di mercato, cosa che spesso non accade perché le opere notificate vengono automaticamente svalutate.

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