L’intervista

Iosonouncane: «Smettiamo di auto-imporci di fare canzoni di successo»

  • Iosonouncane è lo pseudonimo di Jacopo Incani, nato a Buggerru nel 1983. Il nome di Iosonouncane è una sorta di crasi fra il suo cognome e la canzone Io sono uno di Luigi Tenco.

  • Il suo ultimo album si chiama IRA ed è stato pubblicato a metà maggio. Sono 17 canzoni, con testi che sono una commistione di arabo, spagnolo, inglese e francese.

  • Al telefono Jacopo Incani mi risponde da casa sua a Bologna col suo incredibile accento sardo-bolognese. Ce la ridiamo un po’, prima di addentrarci in una conversazione piuttosto complessa e stimolante, perché è una conversazione con un intellettuale; il merito del “vostro scriba”, come direbbe l’amatissimo Gianni Clerici, seppur innegabile, è marginale. 

Al telefono Jacopo Incani, in arte Iosonouncane, mi risponde da casa sua a Bologna col suo incredibile accento sardo-bolognese. Mi dice di essere «appena rientrato dal market». Io sulle prime non capisco, poi realizzo che si tratta del supermercato – che felice arcaismo post-moderno! Il market! Sono già conquistato, non bastasse il fatto che il suo disco è notevole. Gli dico che il markèt, con l’accento sulla “e”, mi fa venire in mente il fantastico pezzo di Battisti, intitolato appunto “Superm

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