Cultura

Ippocrate e i no-vax dell’antichità

Giulio Guidorizzi, ordinario di Letteratura greca all’Università di Torino, ha pubblicato da poco per il Mulino il libro “Sofocle. L’abisso di Edipo” . Illustrazione di Doriano Strologo
Giulio Guidorizzi, ordinario di Letteratura greca all’Università di Torino, ha pubblicato da poco per il Mulino il libro “Sofocle. L’abisso di Edipo” . Illustrazione di Doriano Strologo
  • Ippocrate non fu il primo medico nella storia dell’umanità; ma fu quello a cui si deve l’origine della medicina occidentale, la sua etica e l’atteggiamento che ancora oggi accompagna ogni clinico, cioè l’osservazione dei sintomi e la cura del paziente, e si può dire anche l’amore per l’umanità.
  • All’epoca di Ippocrate (e perché non dire, anche oggi?) molti preferivano il soprannaturale. Praticavano quella speciale forma di negazionismo che consiste nel trovare spiegazioni irrazionali o mistiche davanti al fenomeno naturale.
  • Al rigore insicuro della scienza, preferivano la sicurezza ingannevole della superstizione.

Quando si arriva a Cos, lo si va a trovare, prima o poi. È un platano pluricentenario, che allarga i suoi antichissimi rami in mezzo alla piazza che si chiama appunto piazza del platano, davanti al castello dei Cavalieri. Lo chiamano il platano di Ippocrate e favoleggiano che il padre della medicina radunasse qui sotto i suoi allievi per insegnare. Non è vero; l’albero non ha 2500 anni, ma in un certo senso è dolce farsi ingannare da questa leggenda: con le sue foglie, quel platano dà un’impress

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