In classifica continua il testa a testa tra il Fabbricante di lacrime di Erin Doom, magazzini Salani, che prevale, al primo posto, e Violeta di Isabel Allende che insegue, al secondo. Da Feltrinelli.

Al terzo posto debutta It ends with us. Siamo noi a dire basta. Da Sperling&Kupfer. Dopo essere divenuto un caso editoriale mondiale grazie al passaparola su TikTok, è finalmente disponibile in Italia il romanzo bestseller di Colleen Hoover, da mesi nella classifica del New York Times, oggi al secondo posto, e in corso di pubblicazione in 29 paesi.

Grandissimo successo in libreria, questa storia toccante e commovente diventerà presto anche un film. Una moglie maltrattata cresciuta in una casa violenta cerca di fermare il ciclo di abusi. Amare significa perdonare a ogni costo? 

Ma ha senso parlare d’amore nel contesto terribile in cui stiamo vivendo? Tra pandemia, guerra, crisi ecologica, inflazione, rincari delle bollette, carenza di materie prime. La classifica ci dice che le letture d’intrattenimento emotivo e sentimentale sono una ragionevole via di decompressione dalla depressione per psicologie occidentali piuttosto logore e sfibrate dalla sintassi degli eventi.

Il principio di realtà

È nella saggistica che riemerge il principio di realtà. Con due racconti di vita, due storie importanti. Paradigmatiche. Al primo posto sta Una persona alla volta di Gino Strada, Feltrinelli. Racconto di vita scritto fino alla morte e compiuto dalla moglie e collega Simonetta Gola.
«Fa il dutur l’è minga un laurà, diceva mia madre, l’è una missiùn». Da Kabul a Hiroshima, il racconto di una missione durata tutta la vita. Una missione che parte da Sesto San Giovanni, la Stalingrado d’Italia con le grandi industrie, gli operai, il partito, il passato partigiano. Un buon posto, per diventare grandi.

A Milano, nelle aule dell’Università di Medicina della Statale e al Policlinico, Strada scopre di essere un chirurgo, perché la chirurgia gli assomiglia: davanti a un problema, bisogna salvare il salvabile. Agendo subito.

Come ha fatto in Pakistan, in Etiopia, in Thailandia, in Afghanistan, in Perù, nel Gibuti, in Somalia, in Bosnia, dedicando tutta l’esperienza in chirurgia di urgenza alla cura dei feriti. Nel 1994 nasce Emergency, e poco dopo arriva il primo progetto in Ruanda durante il genocidio.

Emergency arriva in Iraq, in Cambogia e in Afghanistan, dove ad Anabah, nella Valle del Panshir, viene realizzato il primo Centro chirurgico per vittime di guerra. Questo libro racconta l’emozione e il dolore, la fatica e l’amore di una grande avventura di vita, che ha portato Gino Strada a conoscere i conflitti dalla parte delle vittime e che è diventata di per sé stessa una provocazione.

In ognuna di queste pagine risuona una domanda radicale e profondamente politica, che chiede l’abolizione della guerra e il diritto universale alla salute. «Bisogna curare le vittime e rivendicare i diritti. Una persona alla volta.»

Testimonianza di fede e di fiducia

Al secondo posto c’è La crepa e la luce di Gemma Calabresi Milite. Strade blu Mondadori. Dopo Spingendo la notte più in là, il libro in cui il figlio Mario ha raccontato la storia della sua famiglia, a cinquant’anni dalla morte del commissario Luigi Calabresi, arriva in libreria la testimonianza di amore e perdono della donna che è riuscita non solo a sopravvivere alla tragedia dell’uccisione del marito, ma a essere anche una delle voci più potenti nel raccontare quegli anni.

Una donna diventata vittima della Storia e del terrorismo nell’Italia torbida e feroce degli anni di piombo. Una strada tortuosa che, partendo dall’umano desiderio di vendetta di una ragazza di 25 anni con due bambini piccoli e un terzo in arrivo, l’ha condotta, non senza fatica, al crescere i suoi figli lontani da ogni tentazione di rancore e rabbia e all’abbracciare, nel tempo e con sempre più determinazione, l’idea del perdono.

Un racconto che, partendo dalla vita di una giovane coppia che viene sconvolta dalla strage di piazza Fontana, attraversa mezzo secolo, ricucendo i momenti intimi e privati con le vicende pubbliche della società italiana. «Ho 75 anni, non so quanto ancora durerà questo mio viaggio qui. Scrivo questo libro per lasciare una testimonianza di fede e di fiducia. Per raccontare l’esperienza più significativa che mi sia capitata nella vita, quella che le ha dato un senso vero e profondo: perdonare».

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