Cultura

La bambina mite scopre un nuovo modo di esistere

  • Ricordo benissimo, e con sempre maggiore ardore, tutti i momenti della vita in cui sono stata un’altra. Saprei dire, per esempio, l’anno e pure il giorno in cui io e le mie compagne danneggiammo i risultati le olimpiadi scolastiche.
  • Avevamo 13 anni, e quel gesto ci valse un castigo terribile e un voto basso in pagella. Molte di noi mal tolleravano la competizione: sapevamo chi avrebbe brillato in velocità, chi avrebbe arrancato. Io ero tra chi doveva sforzarsi moltissimo per unirsi alle altre e per questo vivevo le gare sportive con grande afflizione.
  • Erano stati gli adulti a istigarci al confronto: da bambine venivamo misurate al muro insieme alle sorelle, alle cugine. Gareggiavamo per l’altezza e per chi fosse più bionda. Le madri ci lavavano i capelli con la camomilla Schultz e sognavano per noi riflessi dorati.

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