Cultura

La felicità di tornare a scuola e il timore che non durerà

Maddalena e Ludovica FOTO DI MIDORI HASUIKE
Maddalena e Ludovica FOTO DI MIDORI HASUIKE

Luigi, Ludovica e Maddalena sono di nuovo tra i banchi del liceo Parini. Ma senza risorse immediate e strategie per tenere aperti gli istituti in sicurezza, il loro rischia di trasformarsi nell’ ennesimo stop and go esistenziale

  • Luigi, Ludovica e Maddalena sono appena usciti da scuola, il loro primo giorno di scuola. Li incontro su zoom, dopo averli conosciuti durante la breve occupazione del Liceo Parini di Milano, la settimana scorsa.
  • Il primo punto all’ordine del giorno è la sveglia: prima si svegliavano due minuti prima dell’inizio della lezione, «alle 8.13», ora si torna alla sveglia alle 7. Però: felicità.
  • Il danno sociale e psicologico che noi e non il virus abbiamo prodotto nei più giovani è ormai un dato oggettivo. Perché non pensare di sostituire un’ora di didattica al giorno con un’ora di socializzazione online condotta da professionisti competenti?

E così il primo giorno di scuola è arrivato. Con i turni, le percentuali di occupazione e la domanda angosciante ma inevitabile su cosa succederà da qui a fine anno. Un po’ di pessimismo rimane, perché l’apertura segue logiche che non prevedono l’eccezionalità delle scuole; esse riaprono insieme ai negozi (anzi, alcune dopo; sono sempre rimasto colpito dai negozi di articoli di bellezza o quello di timbri e targhe rimasti aperti anche in zona rossa). Se tuttavia l’eccezionalità della scuola non

Per continuare a leggere questo articolo