- Tutto inizia con Berlusconi, che porta la lingua della pubblicità in politica: il meccanismo è quello di fingere di porsi al livello dell’interlocutore.
- La lingua che si usa, dagli anni Novanta in poi, non è semplice ma semplificata. Le parole non diventano più chiare, ma vuote e sempre più indirizzate alla pancia degli elettori
- In questo, ha fatto scuola la Lega di Umberto Bossi, il senatùr in canottiera che porta dialetto e frasi a effetto. Il suo successore Matteo Salvini invece diventa maestro nel comunicare sulla base delle oscillazioni dell’opinione pubblica
La lingua dei politici ora non è più semplice, ma semplificata
11 dicembre 2022 • 06:00