- È un intimista realista, perché porta sempre la sua sensibilità a confrontarsi con il mondo che sta fuori.
- Negli anni ’80 faceva stragi di cuori, ma era anche fra i pochi cantautori, mentre di moda erano le band.
- Alla morte del padre ha scoperto le registrazioni di vecchi provini che saranno la base per nuove canzoni.
Luca Carboni sta guidando l’automobile quando risponde alla mia telefonata. Risolto un quanto mai contemporaneo problema tecnologico (echi, larsen, sei in muto, non ti sento e la solita tiritera che ci affligge da un anno) mi dice che vorrebbe fermarsi a bere un caffè al prossimo bar, ammesso sia aperto – tanto lo dovrà portare in auto. Se ce l’avessero detto, non ci avremmo creduto. Caffè d’asporto. Obbligatorio. Lo invidio, però. Vorrei anche io guidare su per l’Appennino bolognese. Luca



