Non si torna indietro

L’abbandono del cinema c’entra solo in parte con la pandemia

 

  • In Italia, nelle sale di cinema, anche ripopolate al cento per cento, non ci si torna. Non come prima, per quanti voti, ceri e scongiuri possiamo mettere in gioco. È un passo verso il futuro? Sì. È un futuro di magnifiche sorti e progressive? No.
  • È in atto una democratizzazione degli accessi all’audiovisivo che appiattisce il gusto, pilota i consumi e azzera la scala di valori. Ma indietro non si torna. È un salto epocale.
  • Roba come Squid Game corri a vederla anche in sala. Ma chi la scrive da noi? E in subordine, chi la interpreta? Quei quattro soliti noti senza i quali non ti producono il film? I sondaggi non servono, come i bla bla dei convegni e simposi.

Ha detto Julian Assange che ogni rivoluzione è la lotta del nuovo contro il vecchio. Banalità, in apparenza, ma è una chiave laica per ridimensionare tutte le ideologie del secolo breve. Non è forse vero l’inverso: che ogni lotta del nuovo contro il vecchio sia una rivoluzione, almeno nell’accezione progressista che i nati nel Novecento attribuiscono al termine. A bocce ferme, in Italia, nelle sale di cinema, anche ripopolate al cento per cento, non ci si torna. Non come prima, per quanti v

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