Cultura

L’anno in cui tutti siamo stati bocciati all’esame del Covid-19

La tragedia della pandemia ci ha offerto l’opportunità di ripensare i nostri sistemi economici, sociali, politici e religiosi. Invece di coglierla ci siamo affidati alla vecchia logica in cui lo stato salva il mercato e la superstizione scavalca la scienza

 

  • Rileggendo la descrizione della peste di Atene fatta da Lucrezio si capisce quali passi abbia fatto la medicina negli ultimi due millenni e mezzo. Fino ad allora l’ignoranza popolare attribuiva le epidemie all’azione divina.
  • Il più grande insegnamento che non siamo stati in grado di imparare in questo anno, è che dovremmo smettere di accumulare miglia su miglia in spostamenti e viaggi, e assembrare corpo su corpo in città e locali.
  • Anche la politica ha imparato una cosa: in democrazia contano anche le opinioni degli ignoranti. Dunque, solo un politico che sa già che non si ripresenterà alle elezioni, come Angela Merkel, può permettersi di dire ciò che pensa e fare ciò che deve. Gli altri, se sono vili abbozzano, e se sono coraggiosi rischiano grosso.

Il De rerum natura di Lucrezio si conclude con una grandiosa descrizione della peste di Atene del 430 prima della nostra era, e rileggendola oggi ci accorgiamo di quanto cammino abbia fatto la medicina negli ultimi due millenni e mezzo: in parte, anche grazie all’opera divulgativa dello stesso Lucrezio, che influenzò nel 1649 l’avveniristico studio di Giovanni Alfonso Borelli Delle cagioni di febbri maligne della Sicilia negli anni 1647 e 1648, in cui si individuavano le fonti del contagio in «l

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