intervista

Le luci della festa secondo Capossela: «Amo chi mescola l’euforia e la morte»

FOTO SIMONE CECCHETTI
FOTO SIMONE CECCHETTI

Vinicio Capossela ha lanciato qualche giorno fa un nuovo album (Sciusten feste n. 1965), da venerdì 29 il singolo Campanelle sarà in radio, in sala c’è il docufilm Natale fuori orario. Tutti lavori che parlano dei giorni in cui si avverte «l’interruzione del tempo ordinario». La memoria dell’infanzia, della neve e della dolcezza di un’attesa: «Ogni anno quando c’era il calendario nuovo controllavo sempre che ci fosse il 24 dicembre». Dialogo con l’artista italiano più visionario

Fuori dalla porta, caos e rumori di Milano zona stazione Centrale. Dentro, gli oggetti simbolo di una vita e silenzio. Vedo una parete intera di cappelli, di ogni tipo, e un casco da palombaro. Chitarre, piume, strumenti musicali, una statua di un maiale in gabbia. Su un muro c’è Medusa, appoggiata allo scaffale una testa di ciclope. Occhiali con i lustrini verdi sul tavolo e poi una lampada che ci tiene ad accendere lui subito appena entrato, a forma di balena. Poi Vinicio Capossela prende una

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