C’è chi, davanti a un gatto nero, cambia strada. E poi c’è chi si ferma, lo guarda e alla fine, in quell’attimo, vede un racconto.

Claudio Marinaccio appartiene a questa seconda categoria, quella che osserva il dettaglio e ci costruisce intorno una storia. Una storia in cui la drammaticità non è mai urlata, ma si fa materia leggera e ironica.

Claudio Marinaccio racconta la fatica con naturalezza, come se la vita, con le sue crepe e le sue dissonanze, fosse una dimensione che conosce da sempre. Nelle sue storie convivono errori, incomprensioni e paranoie, eppure, attraverso la sua scrittura tutto sembra più semplice. Non meno doloroso, ma più naturale. Va bene così. È il messaggio che arriva senza bisogno di proclami o lezioni di vita.

Tutto bene tranne il resto (da poco uscito per HarperCollins) si legge con piacere, come si ascolta una voce familiare. Non consola, ma accompagna. E quando si chiude l’ultima pagina resta addosso la sensazione precisa di leggerezza senza disillusione.

Il ritorno al corpo 

Claudio Marinaccio, nato a Torino, è fumettista, illustratore, autore. Ha collaborato con Internazionale, Rolling Stone, Sky TG24 e La Stampa.
Nel 2016 pubblica Come un pugno (Compagnia Editoriale Aliberti). Poi arrivano Trentatré raggi ionizzanti (Feltrinelli Comics, 2021), diario autoironico della malattia, Non può piovere per sempre (Sky TG24, 2023), inchiesta sulla salute mentale dei giovani e Aimone l’airone (D Editore, 2024), raccolta di strisce pubblicate su Domani.

Con Tutto bene tranne il resto Claudio Marinaccio torna al corpo, tra dubbio e fragilità, ma con consapevolezza. Ma ci offre anche una riflessione più ampia sulla vita attraverso esperienze molto personali che, pagina dopo pagina, assumono un respiro più universale.
Nove storie per raccontare una generazione cresciuta nell’incertezza, sempre in bilico tra speranze e rinunce. Personaggi che inciampano, si rialzano, cadono di nuovo. Tra domande esistenziali come «Quale birra racconta meglio la tua età?» e il chiedersi quale peccato valga ancora la pena confessare.

Si ride, a tratti amaramente. Ma si chiude il libro con una preziosa sensazione di riconciliazione.

Come un disco

Interessante è il modo in cui Marinaccio stesso dice di aver concepito questo lavoro, cioè come se il libro fosse un album musicale. Ogni racconto funziona come una traccia autonoma, con un suo ritmo e una sua tonalità, ma insieme compongono un’opera unica e coerente. Ci sono “pezzi” più intensi e altri più immediati. Storie ironiche, dolci, poetiche e altre più dense. Il risultato finale è un concept album a fumetti, dove ogni racconto contribuisce a creare un percorso narrativo e emotivo completo.

Claudio Marinaccio mette in scena la comicità tragica del diventare adulti e la goffaggine del crescere senza istruzioni. La quotidianità, pur nel suo disordine, si può accettare anche così com’è.

Tutto bene tranne il resto è un libro di ironia e leggerezza ostinata.


Tutto bene (tranne il resto) (HarperCollins 2025, pp. 160, euro 18,90) è un libro di Claudio Marinaccio 

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