- Ho letto Il ricordo della Basca, prendendolo in mano per caso e per ozio, nel 1970 o forse nel 1971. Avevo il volume di Garzanti con la copertina verdognola.
- Distrattamente mi sono messa a leggere il racconto introduttivo che, nel volume Garzanti, s’intitola Una storia. Fin dalle prime frasi, mi ha dato una sensazione straordinaria di forza, di amarezza, di rapidità e di libertà.
- La crudeltà della vita si configura abitualmente in un paesaggio tranquillo, contemplato fin dall’infanzia, fra oggetti e stanze dall’aspetto ospitale e accogliente, fra amici dal sorriso aperto e cordiale.
Ho letto Il ricordo della Basca, prendendolo in mano per caso e per ozio, nel 1970 o forse nel 1971. Avevo il volume di Garzanti con la copertina verdognola. Distrattamente mi sono messa a leggere il racconto introduttivo che, nel volume Garzanti, s’intitola Una storia. Fin dalle prime frasi, mi ha dato una sensazione straordinaria di forza, di amarezza, di rapidità e di libertà. M’è venuta allora una viva curiosità di sapere qualcosa su Delfini. Ricordo di avere chiesto, a Cesare Garboli e a N



