- Tutti i brutti libri si somigliano fra loro, ogni buon libro è bello a suo modo. Questa è la “Prova Tolstoj” che ho inventato io per valutare i libri prima che diventino libri.
- Che tutti i bei libri sono diversi tra loro e quelli brutti tutti uguali, lo so per certo perché, con il lavoro che faccio, ne leggo un sacco di libracci. Così brutti, ma così brutti, da fare cagare e non potere essere pubblicati.
- Questi libri sono una sorta di cimitero dei desideri e una discarica dei libri abortiti. Siano romanzi, saggi o memoir, questi libri bruttissimi hanno tutti una cosa in comune. Anzi un suono. Suonano falsi.
Tutti i brutti libri si somigliano fra loro, ogni buon libro è bello a suo modo. Questa è la “Prova Tolstoj” che ho inventato io per valutare i libri prima che diventino libri. E cioè allo stato cartaceo di manoscritti, nella prima parte, quella novecentesca, della mia carriera. Oggi si tratta di file digitali. Una sorta di limbo. Né libro, né non libro. Come gli zombie nei film horror o le combinazioni degli assi di senso nei quadrati logici della semantica strutturale. Che tutti i bei libri



