sia benedetto chi ha inventato il dialetto

Lasciamoci guidare nel mondo dalle parole “guaste”

Non è casuale che quello che è stato ritenuto dalla critica il miglior testo italiano degli anni ’80, non sia in italiano: Créuza de mä di Fabrizio De André. Foto AGF
Non è casuale che quello che è stato ritenuto dalla critica il miglior testo italiano degli anni ’80, non sia in italiano: Créuza de mä di Fabrizio De André. Foto AGF

La bellezza di una lingua “sporca” spesso riesce a esprimere, meglio di una “pulita”, sentimenti e sensazioni. Chi scrive non può esimersi dal dar conto della marginalità, delle periferie, dei paesaggi esistenziali

 

  • Negli ultimi anni a passi discreti, ma significativi, sta entrando nel cortile della letteratura una nuova, quanto suggestiva, famiglia letteraria che, giocando con diversi e articolati codici espressivi, potrebbe dirsi della scrittura “guasta”.
  • Flussi parlati “meticciati”, “bastardi” ricchi di gergalismi e dialettismi innalzano il tasso di credibilità e di realismo delle voci narranti. 
  • La bellezza di una lingua “guasta” e “sporca” affresca a più vivi colori la scena, esaltando, a volte fino all’esasperazione, gli aspetti emotivi della realtà. Una “ribellione” del linguaggio da cui deriva una dinamica che travolge.
     

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