- Non nel fondo, ma nel centro dell’inferno il pellegrino dantesco, cioè ognuno, corre il suo vero rischio mortale. Quello di oltrepassare un limite oltre il quale è impossibile risalire alla luce.
- Noi vogliamo aver ragione. Nell’uomo ogni conflitto, ogni discordia passa per l’affermazione di una ragione e di un diritto. E diventa disputa e guerra, conflitto di valori. L’asserzione di sé senza critica e dubbi, implicita nella teoria dello “scontro di civiltà”, è paradigma di nichilismo.
- La vera oltranza del male è l’indifferenza che si cela dietro al sentimento cieco della ragione. Lo sguardo di Medusa nell’inferno dantesco uccide l’anima. Perché Medusa ha il volto dell’indifferenza.
Forse il solo modo di parlare di una tragedia come questa guerra senza europea aumentare il rumore, cioè la confusione delle menti e dei cuori, è guardarla dalla distanza giusta: che come sempre nelle cose dello spirito non vuol dire banalmente col giusto distacco, ma paradossalmente con la giusta vicinanza. In prima persona. Con la cognizione del dolore e il sentimento della ragione, che sono due nomi della filosofia, accademica o no. Di fronte alla tragedia in corso la domanda più urgente è:



