La nostra parte di notte

I libri di Mariana Enríquez sono come piante carnivore

Nella foto: Mariana Enriquez (AP Photo/Leandro Teysseire)
Nella foto: Mariana Enriquez (AP Photo/Leandro Teysseire)
  • Leggendo La nostra parte di notte, il romanzo di Mariana Enríquez, vincitore del prestigioso premio Herralde e appena pubblicato da Marsilio, si capisce perché Márquez non avrebbe mai avuto l’audacia di stuzzicare o impermalire l’autrice.

  • Enríquez, con la sua stregoneria evocatoria, è uno dei ghul della letteratura contemporanea e questo suo libro, che ha la voce rauca di una confidenza notturna, è un romanzo felino, imprevedibile.

  • Enríquez si immedesima nella furiosa pazzia dei suoi personaggi, nel vociare dell’aspro coro che canta nelle loro teste e nei loro corpi; parla con la pazzia dell’uomo senza ambizioni e con quella invece che ha propositi di conquista, ne rimane assorta.

«Di tutti gli azzardi letterari», sembra aver detto una notte Gabriel García Márquez all’amico Álvaro Mutis «l’unico davvero irrealizzabile mi sembra quello di scrivere una storia gotica ambientata ai Caraibi». Accettando il guanto di sfida, quell’altro scrisse allora La casa di Araucaíma, la storia di un grande casale isolato nella campagna tropicale che rovinerà nel delitto, un racconto tetro seppure acclimatato nei paraggi dei luoghi più soleggiati e balneari al mondo. Ora, se mai Gabriel

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