- S’arriva nello slargo gigantesco della Stazione Centrale di Milano, con le nuove aiuole che dovrebbero impedire i gioiosi colpi secchi degli skate.
- Dall’altro lato della stazione è impossibile non sbirciare i bus che portano alle mille destinazioni di Orio al Serio/Bergamo ma soprattutto arrivano in città. Si fermano i pullman in arrivo dall’Ucraina.
- Si sente la guerra, forse per la prima volta, la guerra accanto. La benzina e il gas già sono carissimi. Si sente la povertà che presto ci toccherà da vicino.
S’arriva nello slargo gigantesco della stazione centrale di Milano, con le nuove aiuole che dovrebbero impedire i gioiosi colpi secchi degli skate. La popolazione solita – che si cerca in ogni modo da anni di spazzare via – sta sparsa qui e là, più concentrata verso via Vitruvio (la strada così così che porta Al corso Buenos Aires dello shopping facile dei piccoli borghesi e dei proletariato teenager della città). Da una parte, guardando la Centrale, oltre la mesta mela di Pistoletto, si intrav



