finzioni – il racconto

L’abuso solamente è memorabile: così la violenza cancella ogni altro ricordo

La prima volta che ho scoperto che Z. quando urlava faceva cadere pure i quadri, eravamo nella mia camera. Lo avevo fatto arrabbiare io, diceva che ero criatura e ingestibile e che mi doveva raddrizzare, che mi doveva insegnare a campare. Nel mio cervello si era creata una poltiglia, mi sembrava di essermi scordata tutto quello che avevo imparato. Ogni tanto però avevo dei momenti furiosi di lucidità in cui mi ricordavo chi ero: ore d’aria dalla cortina di ferro della manipolazione

Questo racconto, tratto dal numero di gennaio del nostro mensile Finzioni, è parte di una campagna a cui hanno aderito scrittrici e giornaliste italiane per denunciare la violenza di genere e nominarla. #Unite #Rompiamoilsilenzio

Voglio scendere da questa macchina. Non voglio morire in queste campagne sperdute, con questo animale che mi grida addosso, non so manco dove ci troviamo. In culo al Padreterno, mi ha portata. Voglio scendere da questa macchina perché qua ci rimango, ho esagerato stasera, esagero sempre, non ho seguito le sue istruzioni, ora la sua pazienza è finita, stasera è la volta buona che ci resto secca, come una cerva impagliata, è finita. Mi ha portata in braccio a Cristo. Voglio andare da mia madre che

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