Il film presentato venerdì 5 settembre alla Biennale (e uscito in contemporanea nelle sale italiane) è un esilarante e sulfureo manifesto di rivolta. È il parodistico diario di lavorazione di un’opera sull’ immaginario incontro tra Carmelo Bene e un maestro
Ceci n’est pas une pipe, era la didascalia di René Magritte sotto la sua pipa dipinta di elementare, incontestabile evidenza. Un film fatto per Bene, titolo scelto da Franco Maresco per l’ultimo dei cinque film italiani in concorso a Venezia, va inteso nello stesso senso che i surrealisti attribuivano al loro «tradimento delle immagini». Con ogni probabilità è il cult più cult di tutta la storia del cinema, il più pirotecnico, esilarante, sulfureo – e programmaticamente autoironico – manifesto d



