Dall’Harami al Taqwacore: una serie di generi e di band uniscono identità musulmana e critica al potere. La giornalista Hajar Ouahbi ha dedicato un documentario al fenomeno: «Così trovano spazio voci silenziate»
Quando parte la musica, irrompe la sua voce furibonda: «Non c'è pace sulla terra rubata/Lotta per esistere/Non ci tiriamo indietro/Finché siamo occupati/La resistenza è giustificata». Sul palco, piccolissimo, quasi del tutto occupato dal resto della band, dalla batteria e dagli amplificatori, si muove come un animale in gabbia al ritmo di un Harami Punk hardcore che martella forte nelle tempie. Al microfono urla in lingua araba quel che brucia i suoi nervi: «Un mondo consumato dal male e dall'av



