Il 9 agosto del 1945, Nagasaki era la seconda scelta e sarebbe stata risparmiata se il cielo di Kokura – città sede di fabbriche di munizioni – non fosse stato oscurato da nubi e fumi di incendi
Nagasaki mi accoglie con un nugolo di bimbe e bimbi piccoli, che fuori dalla stazione giocano allegri nell’acqua di una grande piscina gonfiabile, tra schizzi e risate. Momenti di refrigerio in una calda giornata d’estate, come quella del 9 agosto 1945. Alle 11:02 di quella mattina di ottant’anni fa – quando in quel cielo esplose la bomba atomica - c’erano all’aperto parecchi scolare e scolari: i più piccoli nei cortili delle scuole, quelli appena più grandi, delle medie, impegnati nelle strade



