Cultura

Nella democrazia dei talk show fatta dai conduttori

Gli Stati Uniti hanno vissuto prima un presidente attore (Reagan) e un presidente che conduceva un reality (Trump). Ma il conduttore cerca sempre il consenso per tramutarlo in audience

  • «Non fare affermare personaggi-star che possono attrarre una audience da sé stessi su qualsiasi soggetto», questo era il proposito scrupoloso quanto utopico di Mr. Williams, un dirigente altissimo della Bbc che intravedeva con chiarezza, mentre lo respingeva inorridito, il destino manifesto dei mass media.
  • Il conduttore, lo dice la parola stessa, ha il controllo di un arsenale narrativo fatto di sorprese di scaletta, video, grafiche, canzoni, territori collegati a mostrar le loro piaghe, tenzoni in studio per tenere in quota sguardi e sintonia.
  • I conduttori sono dunque “manipolatori del consenso”? Assolutamente no! Perché da uomini di televisione sono rabdomanti che il consenso lo cercano già pronto a essere spillato come audience. Posto che è la misura di quest’ultima che garantisce stipendio e ruolo nella “democrazia”.

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