la grammatica dell’uomocrazia

Nella piramide del privilegio tutto è declinato al maschile

  • Ci sono alcune soggettività umane che prevaricano a livello sociale, linguistico, letterario, mitologico e fisico, mentre molte altre soggettività vengono schiacciate, poste ai margini, invisibilizzate.
  • Occorre uscire da un’ottica di normalizzazione della prevaricazione; soprattutto, è necessario mettere in discussione i propri privilegi. In sintesi, tutto quello che non funziona può venir fatto derivare da una mentalità di tipo patriarcale.
  • Una cosa a lungo data per “naturale” è la prevalenza maschile nel mondo attorno a noi: sono maschili le statue, i nomi delle vie e delle piazze, degli aeroporti e degli ospedali (tranne l’occasionale santa); la filosofia è feudo maschile, ma lo sono anche la scienza, la letteratura, la medicina.

Recentemente, ho scritto sul mio profilo Facebook questo post: «Il patriarcato sta nelle piccole cose. Ad esempio, nel ritenere di avere il diritto di spiegare alle persone militanti di quali ben altre istanze dovrebbero occuparsi». Lo ammetto: ho un talento per stirring the shit, come direbbero i miei amici anglofoni. Ma la riflessione non è estemporanea: arriva a monte di una serie di incontri molto belli ai quali ho avuto modo – e fortuna – di partecipare: dalla lectio di Paul B. Preciado

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