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Al di là della schwa, tutta la lingua crea le identità di genere

Nella foto: Cher in concerto (Foto AGF)
Nella foto: Cher in concerto (Foto AGF)
  • Visto che faccio la linguista, amici e parenti si aspettano che abbia sempre una risposta pronta sulla via più “corretta” per esprimersi. Come quando il presidente della Crusca rispondeva alle domande del pubblico a Uno mattina.
  • Quando si parla di lingua e genere, il dibattito pur importante sulla schwa è solo un aspetto. E non dovrebbe essere polarizzante, perché tutta la linguistica è da sempre profondamente in dialogo con i gender studies, che da essa in larga parte nascono.
  • La voce, l’espressione, crea identità di genere ben prima di qualsiasi consapevolezza grammaticale. Si pensi agli uomini che temono di (o desiderano) “suonare” gay, alle artiste che superano il genere con effetti tecnologici, o a Giuseppina Gonnella, santona popolare nel sud Italia che diventava un uomo agli occhi dei fedeli quando posseduta dallo spirito del glorioso Alberto. Clicca qui per iscriverti alla newsletter e segui tutti i contenuti di Cose da maschi.

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