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L’esordio letterario del regista e attore teatrale Liv Ferracchiati, appena uscito in libreria col titolo Sarà solo la fine del mondo, è, tra molte altre cose, anche un’indagine serrata e sgomenta, surreale e tangibilissima, della maschilità.
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In questo estratto, il protagonista transgender del romanzo indossa una speciale cosa da maschi, il binder, e si scopre pervaso da istinti aggressivi cui decide di non corrispondere.
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Confidenziale e ritmicamente travolgente, la pirotecnica prosa di Ferracchiati è un ipnotico monologo punteggiato da esilaranti note a piè di pagina.
Chi sono io? Temo di averlo capito, Lettore. Da qualche tempo guardo alcuni video in cui ci sono dei ragazzi che documentano mese dopo mese, a volte giorno dopo giorno, i loro cambiamenti fisici. Non ricordo nemmeno come sia capitato sui loro canali, ma ce ne sono un sacco su YouTube. Sono quasi tutti stranieri, quasi nessuno è italiano. Anche se non capisco perfettamente l’inglese riesco a seguire quello che dicono perché, da una parte, sento che abbiamo qualcosa in comune, e dall’altra ci s



