- Questa è la versione italiana di un brano tratto da Magical Habits, il libro d’esordio di Monica Huerta, uscito negli Stati Uniti lo scorso agosto e salutato dal New York Times come un debutto straordinario.
- Figlia di migranti messicani titolari di una catena di ristoranti a Chicago, Huerta esplora l’archivio della sua famiglia in una caccia al tesoro giocosa come un racconto e rigorosa come un saggio storico, animata da una scrittura di sorvegliato pathos.
- Al centro e all’origine di tutto c’è la più antica forma di libertà (e di sopravvivenza): lasciare un qui in cerca di un altrove.
Questa è la versione italiana di un brano tratto dal primo capitolo di Magical Habits, il libro d’esordio di Monica Huerta, tra le prime (e pochissime) titolari di cattedra di origini messicane alla Princeton University. All’inclassificabile crocevia tra narrativa e speculazione critica, memoria personale e destini generali, questa pagina è l’indagine di un padre, dei suoi oggetti e delle sue abitudini, del cosiddetto sogno americano, di cosa significhi migrare sul lungo tempo che scandiscono l



