Cultura

Non basta la voce di Idris Elba per imparare a meditare

Illustrazione di Dario Campagna
Illustrazione di Dario Campagna

Ci sono app che promettono di superare lo stress, ma anche per non fare niente serve molta pratica. Concentrarsi sul proprio benessere richiede uno sforzo che non tutti sono disposti ad affrontare

  • La settimana scorsa sono stata tormentata da un insopportabile prurito alla faccia. Nel giro di poche ore ero esasperata, in testa mi si avvicendavano flashback da stress post-traumatico della me quattrenne, coperta di bolle e talco mentolato durante la grande varicella del ’96.
  • Instagram, che ormai mi conosce meglio di mia madre, ha prontamente iniziato a spammare sul mio feed la sponsorizzazione di Calm, un’app per il rilassamento che si avvale di voci famose.
  • Ci vuole molta pratica anche per non fare niente. Pensavo di essere bravissima in questo, il mio contapassi presto mi chiederà se sono ancora viva. Ma concentrarsi sul proprio benessere è qualcosa di diverso, di attivo, che come qualsiasi tipo di sforzo mi trovo riluttante ad affrontare.

Ormai è tutto talmente un giorno della marmotta che il minimo evento diverso dal solito mi sembra degno di essere riconosciuto e registrato, anche quando non lo è, anche quando “evento” è un termine evidentemente troppo generoso per descrivere la variazione microscopica che si consuma in una delle mie giornate tutte uguali, passate nel solco a forma di culo che ho impresso sul cuscino del divano nell’ultimo anno. Quindi, consapevole di questo, chiedo scusa in anticipo per l’aneddoto che sto per

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