Cara Giulia,

pensavo di aver superato l’età in cui mi facevo travolgere dalle nuove relazioni invece eccomi qui, a quasi 40 anni, innamorata come una ragazzina. Da quella prima uscita a giugno penso solo a lui. È stato come un fulmine. Mi ha elettrizzata dal primo momento e già dopo pochi minuti sapevo che ci sarei rimasta dentro fino al collo. È bello, gentile e mi fa ridere. A letto abbiamo un’intesa perfetta. A volte mi sembra quasi tutto troppo bello per essere vero, anche perché lui è innamorato quanto me.

Sì, innamorato. Siamo innamorati. Ce lo siamo detti dopo un mese di frequentazione e non sono mai stata più sicura di niente in vita mia. Dopo è venuto tutto naturale, le cose si sono messe in fila da sole e con una grande facilità: vacanze insieme, cene con i rispettivi amici e ora stiamo cercando una casa insieme. Abbiamo parlato anche di matrimonio, che potrebbe essere una prospettiva non troppo distante. Insomma, va tutto a gonfie vele e io non mi ricordo l’ultima volta che sono stata così felice. Staremo correndo troppo? Un’amica mi ha detto di stare attenta a non bruciare le tappe, ma io sono sicura di aver trovato l’amore della mia vita. Sbaglio?

Marta

Cara Marta,

Non mi risulta che ci sia uno scadenzario ufficiale per le relazioni di coppia, quindi secondo me puoi fare quello che vuoi con i tempi che vuoi. Solo tu e lui sapete cosa è giusto per voi. Ma quello che secondo me la tua amica vuole dirti – o quantomeno quello che voglio dirti io – è che il primo anno di una storia può essere poco indicativo della qualità di un rapporto.

Non voglio sminuire la tua felicità, che ti auguro duri per tantissimo tempo, ma capita nei primi tempi di sentirsi così, strafatti. È come essere sotto ecstasy: il cuore ti esplode di gioia, i colori sono un po’ più belli di prima, sembra che niente al mondo possa andare storto. Poi l’effetto finisce e ti ritrovi con il mascara alle ginocchia e il mal di testa a citare Danny Glover in Arma letale: sono troppo vecchia per queste stronzate. Non è detto che vada così, ma dal mio punto di vista un minimo di cautela è sempre una buona idea. Come diceva Samantha Jones: se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente è così.

Cara Giulia,

Da due anni ho una relazione con una collega. Non lavoriamo solo nella stessa azienda, ma nello stesso ufficio, nello stesso open space. Le nostre scrivanie sono a un paio di metri l’una dall’altra. Questo vuol dire che passiamo un sacco di tempo insieme, che per me (e credo anche per lei) è sempre stato un vantaggio, più che un problema. Ci dicono tutti “ma come fate” e la risposta per noi è semplice: ci amiamo.

Ci piace scambiarci qualche sguardo complice durante il giorno o mangiare insieme nella pausa pranzo. Molte coppie non hanno questo privilegio. Poi spesso anche la sera, finita la giornata lavorativa, stiamo insieme, o a casa mia o a casa sua, ma ovviamente capita anche di fare cose separatamente. Finora non abbiamo mai avuto il minimo dubbio che potesse essere eccessivo, ma di recente abbiamo iniziato a parlare di convivenza e devo ammettere di avere un po’ paura per la prima volta. Ho paura che si rovini questo equilibrio che abbiamo trovato e che lavorare e vivere insieme possa effettivamente diventare troppo.

Io la amo e sono convinto che staremmo benissimo, ma forse condividere 24 ore al giorno con una persona non è l’ideale e può far male al rapporto. Non sono sicuro di sapere cosa devo fare.

M.

Caro M.,

Proprio pochi giorni fa ho scoperto che la cantante Meghan Trainor e il marito hanno un bagno con due water. A quanto pare capitava spesso che di notte dovessero fare la pipì nello stesso momento, e così hanno risolto il problema nel più controintuitivo dei modi, cioè facendosi installare un secondo cesso accanto a quello di default. Penso che anche due cani randagi sarebbero in grado di tenersela per i 30 secondi di una pisciata media se fosse necessario, fatto sta che adesso Trainor e marito non devono più aspettare neanche un secondo, possono liberare le vesciche contemporaneamente. La cacca insieme l’hanno fatta “solo” due volte, hanno specificato nell’intervista, per il sollievo di nessuno. Quindi se mi stai chiedendo quando l’intimità diventa troppa, la mia risposta è: Meghan Trainor.

Per fortuna direi che tra te e il gabinetto dell’amore ci sono ancora molti sani gradi di separazione. Quell’ansia che senti è fisiologica a qualsiasi tipo di cambiamento: avere paura prima di fare un passo importante è assolutamente normale, lo sarebbe anche se non lavoraste insieme per 8 ore al giorno. Ma se state bene come dici, onestamente non credo ci sia un rischio maggiore. Se già passate gran parte del vostro tempo insieme, non saranno le bollette in condivisione ad alterare i vostri equilibri e se vi piace pranzare insieme tutti i giorni, non vedo perché la cena dovrebbe rovinare le cose.

Io poi sono un po’ di parte perché, nonostante abbia scritto spesso che è il buco nero in cui l’amore va a morire, sono grande fan – nonché veterana – della convivenza. Eccoti quindi alcuni consigli pratici per volervi bene anche nella dimensione domestica:

  1. Evita i monolocali. L’amore è direttamente proporzionale ai metri quadri a disposizione
  1. Se potete permettervelo, pagate qualcuno per pulire casa, vi risparmierete un sacco di discussioni inutili. Se non potete, dividete equamente i compiti fin dall’inizio.
  1. Non rompetevi i coglioni sulle minuzie. Tutti hanno delle abitudini fastidiose, fate pace con quelle dell’altro. Se lei spreme il dentifricio dal centro, tu riassestalo dal fondo in silenzio. Non saranno i due secondi che dedichi quotidianamente a questa operazione a rovinarti la vita.
  1. Mantenete le vostre autonomie. Fate cose diverse, uscite ognuno per i fatti propri. Sarà bello avere delle cose nuove da raccontarsi.
  1. Fate sesso prima di cena. A stomaco pieno passa la voglia.
  1. Chiudete la porta del bagno quando fate le vostre cose, con buona pace di Meghan Trainor.

Ogni domenica la posta del cuore
Invia le tue lettere a lettori@editorialedomani.it o iscriviti al gruppo su Telegram (all’indirizzo t.me/parlaconlei).

© Riproduzione riservata