Cara Giulia,

ho poca esperienza nelle relazioni e avrei bisogno di un consiglio. Sono un ragazzo che frequenta l’università e sono un fuori sede. Non ho tanti amici nella città in cui mi sono trasferito, sono pochi ma buoni e da quel punto di vista non potrei chiedere di meglio. Sul fronte sentimentale invece non sono mai andato molto bene. Sono un tipo abbastanza riservato e introverso, ma qualche mese fa ho conosciuto una ragazza che mi ha colpito e ha saputo leggere oltre i miei muri esteriori. 

Ora ci frequentiamo da un paio di mesi e mi sento fortunato ad averla trovata e grato che lei abbia scelto me. Non sono mai stato innamorato prima, ma penso che quello che provo sia molto simile all’amore, o comunque siamo sulla buona strada. 

Quello che mi preoccupa è non sapere cosa pensa lei. Da quello che mi ha raccontato ha avuto molte più esperienze di me e ho paura che lei non stia cercando niente di serio in una relazione. È affettuosa e presente un giorno e poi magari non la sento per 48 ore. Come faccio a capire se mi vuole davvero o è solo a caccia di qualcosa di temporaneo?

B.


Caro B.,

ti svelo un segreto: per capire cosa pensano gli altri, a meno che tu non sia un bravissimo mentalista, spesso basta chiedere. Non c’è niente di male a fare un giro di controllo ogni tot per capire a che punto ci si trova in una relazione. Parlarsi è estremamente utile e aiuta tutti a risparmiare tempo ed energie. Insomma, consiglio l’esperienza della conversazione.

Certo, se i segnali sono molto chiari puoi limitarti a interpretare l’evidenza dei fatti, che da quello che mi racconti è la seguente: le piaci, ma le piace anche farsi i cazzi suoi (posizione, a mio parere, sana e comprensibile quando ci si frequenta da poco). Quando si chiedono chiarimenti c’è sempre una cospicua percentuale di rischio di risultare pesanti come la ghisa, bisogna muoversi con cautela. Tuttavia, ostentando la massima disinvoltura, io fossi in te proverei a verbalizzare le tue domande, che sono del tutto lecite. Non vi frequentate da tanto tempo, ma se uno si vuole sposare fra un anno e l’altra vuole fare il giro del mondo in ottanta giorni, è meglio chiarire subito le priorità. Poi le priorità cambiano anche, ma nessuno si mette a suonare una chitarra senza averla prima accordata. 

Giulia

Cara Giulia,

convivo con la mia fidanzata da tre anni ormai e anche se ci amiamo come sempre devo essere onesto e ammettere che a volte mi annoio da morire. La routine è diventata soffocante, non c’è nessun entusiasmo nel modo che abbiamo di stare insieme. Io credo che si senta così anche lei. Parliamo sempre meno, facciamo sempre meno sesso, ci riduciamo a guardare malvolentieri qualche serie, ma non ci divertiamo più come un tempo. Abbiamo un’età tale per cui è difficile immaginare di lasciarci e ripartire da zero, ma spero che davanti a noi ci sia ancora qualcosa di meglio. 

A questo punto penso che sarei meno triste a passare del tempo da solo invece che in questa gabbia in cui siamo chiusi in due. Come ci si riprende da un impasse come questo? Come ne usciamo? Ci sono delle ricette efficaci contro la noia?

L.


Caro L.,

che brutta malattia, l’abitudine. È come i funghi di The Last of Us, è difficile fermarla. O si è persone portate per la noia (io ad esempio mi ci sento, in The Last of Us sarei la ragazzina immune) oppure bisogna remare forte contro la corrente che ti porta a divanarti, facendo quelle cose un po’ ridicole che si vedono nei reality sulle relazioni: corsi della qualsiasi, sport estremi, giri in elicottero, cose così. Sono stanca solo a pensarci.

La solitudine comunque è una bella cosa e va conservata anche in coppia, compatibilmente con la volontà dell’altra persona. Convivere non significa votarsi a una reciproca sopportazione priva di stimoli. Anzi. Se si continua a fare cose per conto proprio ci saranno più storie da raccontare, più esperienza da condividere. 

E sennò ci si può sempre mollare, anche se sembra impossibile, anche se pensi che se ti molli adesso morirai solo e i tuoi gatti si faranno le unghie sul tuo corpo senza vita. Comunque meglio che percepirsi in gabbia. Comunque meglio che percepirsi morti anzitempo. 

Giulia

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