Cara Giulia,

sono un ragazzo (o forse è il caso di dire un uomo) di 30 anni. Sono stato single per molti anni, sempre incapace di stabilire dei rapporti duraturi con le donne che incontravo. Per la prima volta da un bel po’ ora mi trovo a frequentare una donna un po’ più grande di me, non di molto, con cui mi sembra possa crescere una bella storia. Come al solito però mi sembra di attivare dei meccanismi di auto-sabotaggio che non mi permettono di vivere questa relazione serenamente. Dopo così tanto tempo passato per i fatti miei faccio davvero a capire se i dubbi che mi sorgono su questa persona siano legittimi o solo dei capricci. Sono talmente abituato ai miei spazi che ho paura di essere diventato troppo esigente.

La mia prima perplessità è sulla quantità di tempo che passiamo insieme dopo solo qualche mese di frequentazione. Lei è molto convinta del nostro legame e non perde occasione per ricordarmelo. Il che ovviamente mi fa piacere, ma mi sembra di correre troppo. E qui veniamo al secondo “problema”: lei ha già un figlio di otto anni, che ha da subito incluso nella nostra vita di coppia. A causa di una brutta separazione dal padre del bambino, lei ora tratta questo figlio come un principe, a mio parere viziandolo troppo. Lui, di conseguenza, ha un carattere piuttosto ingestibile.

So che non è un mio diritto esprimermi su questa cosa, ma ho paura che lei stia cercando già di ricreare una sorta di famiglia insieme a me e io non credo di essere pronto. Come gestisco la cosa?

F.


Caro F.,

con altre premesse tenderei a darti ragione. In generale è meglio non esprimersi sull’educazione dei figli altrui. Non c’è niente di meno afrodisiaco di sentirsi dire dalla persona che stai frequentando che tuo figlio è maleducato e non c’è dichiarazione che più di questa si merita un “fatti i cazzi tuoi” di risposta. Nel tuo caso specifico, però, mi sembra di capire che sia lei a forzare un po’ la mano in questo gioco della famigliola. E forse quello che vuole è proprio che tu prenda quel ruolo un po’ normativo che lei evidentemente non riesce ad assumere e che il padre assente non riesce a colmare.

Ora, se questo fosse il caso, non ci sarebbe niente di male nel dirle la verità: non sei pronto o non ne hai voglia o entrambe le cose. Sarebbe comunque legittimo da parte tua non voler entrare con tutte le scarpe in una situazione come questa, che per forza è più delicata di una relazione in cui non ci sono creature da allevare. Ti suggerisco però di non tentennare troppo. Per mamme single e figli di divorziati vale il rapporto degli anni dei cani: il tempo che passate insieme e che per te vale uno, per loro vale sette. Non trascinare qualcosa che vedi già destinata a finire.

Giulia


Cara Giulia,

ho passato tutta la giovinezza con una forte insicurezza legata al mio corpo: ho sempre avuto il seno molto piccolo e questo negli anni dell’adolescenza è sempre stato motivo di sfottò e di insuccesso con gli uomini. Ora sono una donna adulta, ma questa insicurezza non mi lascia. Mi guardo allo specchio e sento un disagio, un fastidio davanti alla mia immagine riflessa. Gli anni sono passati e credo non sia più dovuto a come appaio agli altri, ma il problema vero è che non piaccio a me stessa. Così, ora che ho un buon lavoro e posso permettermelo, ho pensato che fosse il momento di regalarmi una mastoplastica additiva. Ne ho parlato con alcune amiche che però sono molto critiche a riguardo e non so cosa pensare. È davvero una cosa così vergognosa intervenire sul proprio corpo per piacersi di più?

M.


Cara M.,

non so in che secolo vivano le tue amiche, ma moraleggiare su un paio di tette rifatte mi sembra piuttosto anacronistico. Non solo non ci trovo niente di vergognoso, ma trovo proprio che il più delle volte i discorsi contro la chirurgia estetica siano di una noia mortale. Mi sembra invece un segno di innegabile progresso che una persona possa entrare in una sala operatoria con l’autostima sotto i piedi e uscirne un po’ più felice. Fosse così semplice aggiustare tutte le cose della vita sarebbe un mondo migliore.

Quella che le tue amiche hanno interiorizzato senza rendersene conto è una visione un po’ estrema (e spesso piuttosto sessista) della chirurgia estetica. È probabile che nella loro testa, quando parli di chirurgia, compaiano volti sfigurati dalla plastica e seni abnormi che puntano verso punti cardinali opposti. Ma gli eccessi esistono in qualsiasi ambito, basta saperli distinguere e possibilmente evitarli. Nel tuo caso si tratterebbe di un regalo per te stessa, e non c’è niente di eccessivo in questo. Quindi, per quello che vale, hai la mia benedizione, e pure le amiche capiranno il senso di questa scelta quando la forza di gravità comincerà a intervenire sui loro décolleté, credimi. L’unico consiglio che mi sento di darti è di trovare uno bravo. Se c’è una cosa su cui è preferibile non risparmiare è questa.

Giulia

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