- Da qualche anno si moltiplicano i libri in elogio delle lingue classiche. Questi libri esaltano le lingue classiche nella loro funzione di veicoli indispensabili per l’accesso alla cultura greca e a quella latina, e sono ricchi di esempi dell’utilità della conoscenza delle lingue antiche per il lessico e l’etimologia di quelle moderne, in specie dell’italiano.
- Tuttavia, rimane al fondo il sospetto che gran parte del successo che hanno ottenuto presso il pubblico sia basato sulla nostalgia dei tempi di scuola da parte di chi queste lingue le ha studiate in gioventù.
- E abbondando in ricordi e aneddoti personali, gli autori fanno di tutto per avvalorare questa supposizione.
Parecchi anni fa Umberto Eco scrisse un articolo che si intitolava Il Latino come castigo. Il Sessantotto era finito da poco ed Eco ipotizzava che l’ossessione (era lui a definirla così) per l’insegnamento del latino fosse dettata dalla voglia di punire gli studenti che avevano alzato un po’ troppo la testa. Eco aveva esordito come specialista di filosofia medioevale e il latino lo maneggiava senza problemi, ma in quell’articolo arrivava a chiedersi, dato che lui personalmente aveva dovuto fati



