La morte di Pier Paolo Pasolini è sempre stata considerata un mistero in odore di depistaggio. Quello che è realmente accaduto la notte del 2 novembre 1975 all’idroscalo di Ostia rientra in quella strana casistica, tutta italiana, di omicidi irrisolti del secondo Novecento. La Relazione finale della Commissione bicamerale antimafia del 2022 ha certificato come le prime indagini sul delitto siano state costellate da «omissioni particolarmente gravi» negli «accertamenti immediati che si sarebbero dovuti svolgere»
- Questo articolo è tratto dal nostro mensile Finzioni, disponibile sulla app di Domani, sullo sfogliatore online e in edicola.
Ormai è acclarato: a uccidere Pier Paolo Pasolini la notte tra l'1 e il 2 novembre 1975 non è Pino Pelosi o il solo Pelosi (indotto ad autoaccusarsi, semmai a lui viene ordinato di condurlo all'appuntamento con la morte); e le prime indagini sul delitto sono costellate da «omissioni particolarmente gravi» negli «accertamenti immediati che si sarebbero dovuti svolgere». A dirlo non è il “complottista” di turno ma la Commissione bicamerale antimafia nella sua Relazione finale del 13 settembre 2022



