Cultura

Pavese ha inseguito il mito per afferrare l’immortalità

  • C’è un libro unico in tutta la letteratura mondiale: i Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, quello che l’autore amò di più, tra tutti i suoi; probabilmente è quello che più degli altri lo consegnerà alla sopravvivenza letteraria nel tempo futuro; di certo, fu quello meno capito.

  • Il mito impone un risveglio dell’immaginazione e un continuo, eterno ritorno a un’origine da cui non ci si potrà liberare.

  • «Che cos’è la vita eterna – dice Calipso – se non accettare l’istante che viene e l’istante che va?». Questa abolizione del tempo, o riflusso nel tempo non-tempo del mito, Pavese lo intuì e lo trasformò in parole.

C’è un libro unico in tutta la letteratura mondiale: i Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, quello che l’autore amò di più, tra tutti i suoi; probabilmente è quello che più degli altri lo consegnerà alla sopravvivenza letteraria nel tempo futuro; di certo, fu quello meno capito, quando venne pubblicato nel 1947. Che voleva dire, infatti, parlare di mitologia subito dopo la fine della guerra, in un paese da ricostruire, in un’epoca di dominante neorealismo, del quale peraltro Pavese fu uno dei

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