Cultura

Intervista a Max Pezzali: «Per la mia Generazione X sono quello che al bar c’è sempre».

LaPresse
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  • Quest’estate c’è stata l’illusione che fosse finita, ora è una cosa che hanno tutti. Mio figlio è in quarantena. Insomma, adesso c’è la paura, quella vera, almeno qua in provincia.
  • Io continuo a credere che siamo quelli che conoscono sia il mondo di prima che il mondo di poi e quindi possiamo essere traduttori di realtà incompatibili tra loro. Questa è la missione della Generazione X. Siamo quelli che sono rimasti vivi dopo il digitale.
  • Penso che quando tutto sarà finito la gente avrà una tale voglia di comunità che non torneranno a casa per settimane, sarà un’esplosione di gioia e vitalità. Denaro permettendo.

Max c’è una pandemia. Una cosa piuttosto strana. Primo pensiero? Che a vent’anni mi dicevo “Il mondo è mio, cazzo!”. E non mi bastava neanche l’idea di poterlo conquistare il mondo, mi sembrava troppo poco. Adesso dove vai? Puoi conquistare al massimo il salotto. Non è una bella cosa, diciamo. Che si dice della pandemia nella cumpa del bar di Pavia? Nel bar di provincia è ovviamente compreso tutto l’arco costituzionale. Da quello del “te l’avevo detto io” che cita qualche minchiata che potrem

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