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Come si faccia a cercare quello che non si sa è sempre stato un problema difficile da risolvere. Platone, nel Menone, supponeva che noi disponessimo per farlo di un sapere acquisito nelle vite precedenti.
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Sono le procedure di autocomplete e i suggerimenti per raffinare la ricerca che compaiono quando digitiamo un titolo o un nome che ci fanno trovare quello che non sappiamo, si potrebbe pensare.
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Ma è veramente così? Le query suggestions sono piene di indicazioni fuorvianti, spesso tendenziose, talvolta preconcette, in qualche caso calunniose. La rete ci aiuta veramente solo se disponiamo di un sapere di fondo.
Il fatto che la rete ne sappia più di noi è senza dubbio irritante in una quantità infinita di casi. Se si tratta di acquisti o di politica è facile che internet ci faccia arrabbiare, proponendoci l’ennesimo mobile per il giardino (che non abbiamo) se ci è accaduto di regalarne uno a un amico che il giardino invece ce l’ha, oppure inondandoci dei Tweet di un politico che detestiamo se ci è capitato di cercarne uno che ci era sembrato particolarmente delirante. Tuttavia, quando facciamo ricerc



