Cultura

Per un immaginario europeo. Mettiamo più Europa nel nostro atlantismo

Le illustrazioni che accompagnano Canto per l’Europa sono di Cosimo Miorelli
Le illustrazioni che accompagnano Canto per l’Europa sono di Cosimo Miorelli
  • Oggi siamo sommersi da un martellamento mediatico che tace sulle responsabilità dell’Occidente, occulta le macerie di alcuni e sfrutta spudoratamente quelle di altri come scenografia. Un pensiero dominante dove i fatti non contano quasi più e, spesso, nulla è come sembra; un sistema così potente da annichilire il dissenso e inibire la normale dialettica democratica. 
  • Il problema dell’Europa, oggi, non è né la Russia né l’America, ma l’Europa stessa. Non esiste a Bruxelles un organismo incaricato di coltivare e diffondere l’immagine dell’Unione. L’iniziativa di costruire un’appartenenza comune è lasciata nella buona volontà di pochi visionari lasciati soli dall’apparato. 
  • La politica ha rinunciato a narrare il nostro destino europeo di capolinea di popoli e il nostro legame indissolubile con l’Oriente e il Mediterraneo, culla della filosofia e della democrazia. Nell’edizione rinnovata e ampliata del suo Canto per Europa, dal quale è tratto questo brano, Rumiz tesse la narrazione di un’Europa femminile e migrante.

Scritta di notte, in una tempesta di visioni, questa rilettura del mito continentale mette a nudo, in una riedizione tutta diversa, la sua intima struttura in versi e toglie l’articolo all’Europa per svelarne l’essenza femminile: quella di una migrante che attraversa il mare e vince la sfida. Europa come donna dunque, in un momento in cui, sull’onda di mitologie maschiliste, il dio della guerra torna a devastare il Continente e migliaia di profughi vanno a spiaggiarsi, vivi o morti, sulle nostr

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