«Cosa inseguivo? L’aria dell’est, un frammento d’Europa, un’inquietudine tutta balcanica o la nostalgia inconfessabile del bell’ordine austroungarico». Federica Manzon, vincitrice del premio Campiello con “Alma” (Feltrinelli) pubblica un inedito in cui racconta la sua ossessione, «questo amore senza ragioni» per la città in cui è ambientato il suo romanzo.
Mi sono chiesta, a volte, nel modo distratto che hanno le domande per noi cruciali, il perché della mia ossessione per Trieste. Perché il mio tornarci ogni volta che la vita, quella che si svolge sempre altrove, lo permetteva. Perché me ne andavo con una disperazione sproporzionata, dal momento che le mie partenze non sono mai state un addio, piuttosto parentesi di assenza, perlopiù di breve durata. Io che poi, per la città, non posso nemmeno vantare un diritto d’anagrafe, tanto meno di sangue.



