L’autore racconta la scelta di scrivere il suo libro Qualcuno di noi (Mondadori, 2025) in prima persona plurale. «Il romanzo è sull’idea di essere tante persone insieme. Raccontare come una coralità era la scelta più giusta»
Prima c’è l’infanzia, tra le mura di una casa tranquilla e serena, nell’abbraccio di una famiglia benestante, scandita dalle bugie e dalle omissioni del bambino nostro protagonista. Poi c’è l’adolescenza, tra notti allucinate, alcol e violenza consumati quanto più rapidamente, famelicamente è possibile. Infine, c’è una prima età adulta che, ballando sull’orlo del precipizio, sembra quasi chiedersi se sia finalmente il caso di cadere, lasciarsi andare. La ferocia del protagonista di Qualcuno di n



