Torna Pordenonelegge poesia con oltre un centinaio di protagonisti fino al 18 settembre, e una trentina di incontri inseriti nel più vasto cartellone del festival. Fra gli ospiti il premio Pultizer poesia 2020 Jericho Brown, le poetesse ucraine Iya Kiva e Halyna Kruk, la scozzese Liz Lochhead, il palestinese Najwan Darwish, gli italiani Fabio Pusterla, Milo De Angelis, Maurizio Cucchi, Laura Pugno, Maria Grazia Calandrone, Mary B Tolusso.

Sostenere che la poesia è l’unico vero collante della letteratura italiana sembra un azzardo, ma se guardiamo con attenzione, una volta esclusi i libri che si intasano sul collo di bottiglia del consumo mediatico, osserviamo due fenomeni: il primo, già per sé interessante, riguarda il fatto che la poesia attuale, anche quella dei giovani e giovanissimi, non solo mantiene, ma esplicita il proprio legame con la tradizione; il secondo riguarda la rete capillare di relazioni che si forma tra gli interessati (la maggior parte, è vero, aspiranti poeti), diffusa in tutto il paese.

A proposito del primo punto, potremo aggiungere che la definizione stessa di letteratura è legata alla questione della tradizione, che detta le ragioni della sua attualità, ovvero la trasmissione delle opere. Sul secondo punto mi soffermerei, perché (e questa differenza ha un valore) l’appassionato di poesia non si rassegna a rientrare nel ruolo del consumatore, e cerca a tutti i costi di condividere le proprie letture e di legarle alle vicende quotidiane della vita, anche a costo – è il rovescio della medaglia – di perdere il più vasto orizzonte critico dei riferimenti e a volte affezionarsi a quello che trova senza darsi da fare a cercare troppo lontano. Non ci si deve infatti nascondere che dagli anni ’70 a oggi la poesia in Italia ha conosciuto l’abisso, per quanto riguarda la possibilità di attenzione per qualcuno che non aspiri a scriverne. Un abisso dal quale sta lentamente risalendo.

Il festival Pordenonelegge ha prestato dai suoi inizi molta attenzione alla poesia, fino a far sì che oggi la presenza dei poeti all’interno della manifestazione dia vita a un vero e proprio festival poetico (il più grande in Italia) dentro il festival, un appuntamento atteso dai poeti e dagli interessati alla poesia. A Pordenonelegge c’è una Libreria della poesia, che ha una vita autonoma rispetto alla generale offerta di libri, e permette di trovare opere che è raro incontrare – tutte insieme – in qualsiasi altro negozio di libri.

E poi i premi (ce ne sono quattro), che sono occasioni d’incontro e di promozione delle opere. E, ancora, le pubblicazioni: due collane, una dedicata a poeti affermati (quest’anno Marina Corona, Cesare Lievi e Alberto Bertoni), e l’altra a giovani in via di affermazione (quest’anno Andrea Cozzarini, Erica Donzella, Letizia Gava, Alessandro Stoppa, Francesco Terzago). Vanno menzionati anche i documentari, per tacere delle letture e dei dialoghi, nonché degli approfondimenti critici… che vorremmo menzionare ma, data la quantità, si dovrebbe escludere qualcuno e non sarebbe giusto (tutto in programma sul sito del festival alla voce “poesia”).

Infine, in parallelo all’attività della fondazione Pordenonelegge, che opera durante tutto l’arco dell’anno, il nuovissimo sito pordenoneleggepoesia.it, da poco inaugurato, un luogo di incontro e di confronto che si svilupperà proprio a seguito degli eventi e dei discorsi che si intrecceranno al festival. Lo diciamo qui, alla fine, ma forse è ciò che più importa: Pordenonelegge fa incontrare gli appassionati di poesia, e quindi anche i poeti.

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