Ciao Giulia,

mi chiamo Giulia e ho 31 anni. Sono single da un paio d'anni dopo la fine di una lunga relazione in cui credevo davvero (a ripensarci, anche troppo), convinta di avere trovato LA persona con cui nel bene e nel male avrei passato il resto della mia vita, o comunque tanti anni a venire. Lutto elaborato e superato, c'è stato un unico momento di entusiasmo in cui ho sentito voglia di ributtarmi nella mischia di appuntamenti, uscite, nuove conoscenze: poche settimane prima che scoppiasse la pandemia. Puoi immaginare come sia andata. Eppure non ho perso le occasioni che mi si sono presentate da allora, le ho colte tutte. Per un anno ho frequentato un ragazzo (carino, bravo, simpatico eccetera eccetera) con cui pensavo che magari – a dargli una chance – qualcosa sarebbe nato.

E invece no, non è nato niente, se non il dubbio che forse sono troppo esigente, che è impossibile che non mi piaccia mai davvero nessuno, che forse il problema sono io. Insomma, la domanda è: a trent'anni ci si innamora? Ci si innamora come a venti, o sono io che non sono più in grado di riconoscere l'innamoramento? Ma soprattutto, adotto un bel cane e mi accontento così?

Giulia

Cara Giulia,

Siccome ho 29 anni solo all’anagrafe, ma nell’animo sono una vecchia prugna secca, mi sento di dirti che a vent’anni non ci si innamora più, e aggiungerei anche “grazie a dio”. L’eccesso di film con Sandra Bullock con cui siamo cresciute ci ha convinto che l’amore sia qualcosa che deve sconvolgerci la vita e farci tremare le ginocchia, mentre in verità più passa il tempo più mi rendo conto che è di gran lunga preferibile avere le ginocchia ben salde e il minor numero possibile di sorprese sconvolgenti. Temo che la Sandra Bullock a cui dobbiamo fare riferimento sia piuttosto quella di Gravity: il suo partner sparisce letteralmente nello spazio dopo 10 minuti passati al suo fianco e per il resto del film lei è sola, alla deriva, terrorizzata, e può contare solo sulle proprie forze per tornare a Terra. Che non è quello che facciamo tutte ogni volta che finisce una storia?

Io credo che tu non abbia assolutamente niente di sbagliato. Avere coscienza di sé, dei propri bisogni, è un vantaggio evolutivo, non un impedimento. Certo a volte penserai di stare sabotando la tua vita, ma in realtà la stai preservando: sarai anche troppo esigente, ma pensa quante sòle ti sei risparmiata.

Quando Clooney tornerà sulla Terra ci farai caso, se sarà amore lo riconoscerai. Intanto, anche se preferisco i gatti, un cane non esclude un Clooney, quindi perché no. Persino la Bullock nello spazio ritrova un po’ di sollievo abbaiando.

Cara Giulia,

Ho una vita sentimentale un po’ incasinata. È da qualche anno ormai che non me ne va bene una e ho una specie di calamita per i casi umani. Forse sbaglio io qualcosa, ma li trovo tutti o fidanzati o anaffettivi o entrambe le cose.

Quest’estate sono stata in vacanza a casa di un’amica in Puglia e mi sembrava un’occasione perfetta per lasciarmi alle spalle le ultime disavventure. La mia amica mi presenta alla sua compagnia di amici, compreso uno che le piace da anni e di cui mi aveva parlato. Fatto sta che dopo una settimana scopro che a questo piaccio io. Io a lui non pensavo in quel modo, ma una sera mi bacia e questo risveglia un interesse che non mi aspettavo. Ho sentito come una scossa. Qualche giorno dopo mi bacia di nuovo, ma stavolta mi stacco subito. So che ferirei troppo la mia amica e che fra noi non può esserci niente.

Quella sera, per ripicca, lui va a letto con lei. Per me è una tortura, li sento ridere (e non solo) tutta la notte nella stanza accanto alla mia. Mi decido che ho fatto bene a lasciarlo perdere, che è l’ennesimo caso umano.

Alla fine delle vacanze torno a casa a Milano e lui due giorni dopo mi scrive che passerà di qui la settimana prossima. Mi ha chiesto ospitalità per un paio di notti e io non so cosa dirgli. Devo rifiutarlo, vero?

B.

Cara B.,

Potresti rispondergli come il padre di Reese Witherspoon in Tutta colpa dell’amore (un film di cui ho dimenticato ogni cosa – compreso il titolo, che ho dovuto googlare – a parte questa battuta): non puoi cavalcare due cavalli con un solo culo. Che è il principio del piede in due scarpe, ma a mio parere più efficace, soprattutto quando si tratta di sesso. Cos’altro vuoi dirgli?

Mi sembra che la tua mira da cecchino per i disperati si sia rivelata infallibile anche stavolta. Uno che fa sesso “per ripicca” è un povero pazzo e va lasciato stare, è un ciffone da respingere con getti di acqua infetta, per citare l’onorevole Nullazzo. Mi dispiace molto anche per la tua amica, con cui a quanto pare condividi il radar per i pezzi di merda. Ora se fossi in te mi concentrerei più che altro sul salvaguardare la tua amicizia con lei: non ti venisse in mente di raccontarle le tue malefatte. E metti in chiaro anche con il ciffone che sarà meglio che tenga la bocca chiusa.

Tutto quello che c’era da dire sui triangoli amorosi, in ogni caso, l’ha già detto Renato Zero: mollalo!

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