Quanto vale il premio Strega? Per Emanuele Trevi che lo ha vinto, il sesto posto della classifica generale e il quarto nella narrativa italiana. Sul podio, ancora, nell’ordine: Perrin, Manzini e Auci. Tra le novità: quarto posto assoluto per Una sirena a Settembre il nuovo thriller di Maurizio De Giovanni, Einaudi Stile libero. Se nella città della Sirena le cose non sono mai come sembrano, qui una doppia sfida impegna Mina Settembre, l'irresistibile assistente sociale del Consultorio quartieri spagnoli ovest di Napoli, interpretata nella serie tv da Serena Rossi.

Sulle vite e sui libri

Due vite, Neri Pozza, il bel libro di Trevi, era il migliore tra i finalisti al premio Strega. Trevi è uno scrittore originale e un critico intelligente. Ha un suo stile riconoscibile e un suo modo di vedere e di scrivere il mondo. Singolare, inadeguato. Come vuole la letteratura.

Le due vite, spezzate, sono quelle degli amici scrittori Pia Pera e Rocco Carbone. Legati durante la loro breve esistenza, da profonda amicizia. Tra loro e con Trevi. Uno di quegli eventi ineffabili attorno a cui ruota la letteratura: l’amicizia. Nutrendo ossessioni diverse e inconciliabili, Rocco e Pia appaiono, in queste pagine, come uniti da un legame fino all’ultimo trasparente e felice, quel legame che accade quando «eros, quell’ozioso infame, non ci mette lo zampino». Né romanzo né saggio, Due vite è un libro di vite e di libri, iperletterario, che mette a fuoco le idee di Trevi sulla letteratura attraverso la lettura dei libri dei due amici. Una meravigliosa congruenza di libri e di vite.

Il libro si apre e si chiude con l’immagine dello stesso quadro. L’incipit è il memorabile appuntamento dei tre al Musée d’Orsay davanti all’Origine del mondo di Courbet. È il 1995. Lo stato francese l’ha appena acquisito, prima stava nello studio di Jacques Lacan. Le loro reazioni davanti a quella fica umida, quasi dischiusa: la porta della vita. Dalla potenza erotica di quell’immagine a quella della letteratura. Si vola. Dal commissario Ciccio Ingravallo, l’eroe del Pasticciaccio gaddiano, a altri quattro eroi letterari, Jay Gatsby e Martin Eden, Antonio Delfini e Cesare Garboli, venerati da Carbone, fino ai poeti russi tradotti magistralmente da Pera. Tra cui l’Onegin di Puškin.

Lei era una specie di Mary Poppins all’incontrario che riscrive anche il capolavoro di Vladimir Nabokov, raccontando la storia dal punto di vista di Lolita. Ci sono pure La morfologia della fiaba di Vladimir Propp, i Saggi di linguistica generale di Roman Jakobson e la Semantica strutturale di Algirdas J. Greimas ad attestare la competenza e l’ossessione semiotica e strutturalista di Carbone. Fino alla liberazione da queste catene grazie a Il piacere del testo di Roland Barthes. Tant’è che «l’unica cosa importante in questo tipo di ritratti scritti è cercare la distanza giusta, che è lo stile dell’unicità». Così scrive Emanuele Trevi e delinea le differenti nature dei due amici. Ne ridisegna i tratti: la fisionomia spigolosa del primo, «il suo spirito s’era insediato nel mio sonno»; l’aspetto da incantevole signorina inglese della seconda, così seducente da non suggerire alcun rimpianto per la bellezza che le mancava. Indimenticabile anche la scena in cui Emanuele va a fare pipì, come omaggio funebre, all’albero d’ulivo piantato dove l’amico è andato dritto all’altro mondo andando a sbattere in motorino.

Gli altri

Pubblicato da Neri Pozza, la benemerita casa editrice vicentina, indipendente, che pubblica in Italia i libri di Romain Gary, imperdibile Biglietto scaduto e i romanzi del bravo scrittore israeliano Eshkol Nevo, tra cui quei Tre piani filmati e portati ora a Cannes da Nanni Moretti.

Sugli altri finalisti l’effetto Strega vale il ventesimo posto (ottavo nell’italiana) per L'acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito, Bompiani, e il ventunesimo per Il pane perduto di Edith Bruck, La Nave di Teseo. Oltre il trentesimo per Borgo Sud di Donatella Di Pietrantonio, Einaudi, e Il libro delle case di Andrea Bajani, Feltrinelli.

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