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Senza alcol, senza anima? Il Prosecco alla prova del futuro

Foto Unsplash
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La liberalizzazione del vino dealcolato apre nuove sfide per il Prosecco e per il mercato vinicolo veneto. Il giro d’affari del vino low e no alcol è in crescita, trainato soprattutto dai giovani e dall’export. Intanto, i consorzi si confrontano sull’identità del Prosecco senza alcol, divisi tra le opportunità commerciali e i rischi per la qualità

  • Questo articolo è tratto dal nostro mensile Cibo, disponibile sulla app di Domani, sullo sfogliatore online e in edicola

Il dibattito intorno al vino dealcolato, rilanciato dalla recente liberalizzazione voluta dal ministero dell’Agricoltura, in Veneto è più acceso che altrove. Al centro c’è ovviamente il Prosecco, prodotto di punta non solo della regione, ma di tutto l’export vinicolo italiano. Per le bollicine più famose della penisola, il dilemma “alcol sì - alcol no” è di difficile risoluzione, perché obbliga a ragionare sull’identità di una bevanda e di un territorio, costringendo gli addetti ai lavori a fare

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