Cercate un libro per una bambina o un bambino sotto i sei anni? Siete cascati sull’articolo giusto. Per avere lavorato molti anni in una casa editrice per l’infanzia, e aver visto la quantità di libri che vengono prodotti con notevole impegno, continuo a trovare sorprendente che sia tanto difficile, da genitori, trovare dei “buoni libri” per i nostri figli. Perlomeno prima dell’età in cui sapranno leggere in autonomia e troveranno ad attenderli Gianni Rodari, Roald Dahl, Beatrix Potter o Tove Jansson.

Con buoni intendo dire dei libri che piacciono a loro senza essere noiosi per noi adulti, che siano sufficientemente belli da educare il loro gusto estetico, che trasmettano dei valori in cui ci riconosciamo pur non essendo didascalici, e poi (un po’ più tecnicamente) che abbiano un giusto equilibrio tra testo e immagine. In sostanza intendo dei libri che siano adatti alle pignolissime esigenze del genitore moderno, maniaco del controllo, che fondamentalmente vorrebbe scriverli e disegnarli lui, se solo sapesse farlo.

Difficile, certo, ma non impossibile. Perché basta dedicare un po’ di tempo alla questione per scoprire le meraviglie dell’editoria dell’infanzia, magari con l’aiuto di un libraio esperto. Bisogna prima superare la selva delle novità editoriali, la palude degli adattamenti televisivi e il tempio maledetto degli art book realizzati da illustratori per altri illustratori: bellissimi, eh, però al bambino fanno l’effetto di una supposta di Tachipirina.

I nostri preferiti

In questi anni ho avuto modo di leggere con mia figlia tanti bei libri e chissà che questa esperienza non possa tornare utile anche a voi. Ecco quindi alcuni dei nostri preferiti, cominciando dai classici.

Sembra questo, sembra quello di Maria Enrica Agostinelli è stato pubblicato la prima volta nel 1968 e da allora continua a essere ristampato: il principio è molto semplice, come si evince dal titolo, e vanta innumerevoli tentativi d’imitazione, ma questo ha una particolare poesia che gli è data dalla patina del tempo. Se invece cerchiamo una storia più articolata, sempre del 1968 è La casa più grande del mondo di Leo Lionni: parabola sulle ambizioni smisurate di una lumaca che sogna di far evolvere il suo guscio in una gigantesca cattedrale barocca, finché la sua hybris non viene punita.

Per andare sul più classico tra i classici, di quegli anni sono anche le migliori collane di favole, ineguagliate mezzo secolo dopo: le Fiabe sonore di Fabbri editori, pubblicate originariamente tra il 1966 e il 1970. Grazie ai loro disegni evocativi, i loro testi un po’ truculenti e la straordinaria resa sonora, costituiscono ancora oggi un metro di paragone nell’editoria per l’infanzia. Valore sicuro. E restando sul vintage, di qualche anno dopo sono le favole pubblicate dall’editore Dami, illustrate da Tony Wolf (pseudonimo di Antonio Lupatelli).

Ma non di soli classici vive una bambina del Ventunesimo secolo. La nostra epoca ha prodotto almeno un capolavoro popolare ed è il Gruffalò di Julia Donaldson e Axel Scheffler, ingegnoso meccanismo narrativo con il ritmo di una filastrocca. Con il suo sequel e tanti altri titoli nella stessa vena, la produzione del duo anglo-tedesco è sempre una garanzia.

Elencati i valori sicuri, possiamo ora osare qualcosina in più. L’editore Adelphi propone una collana di splendidi libri illustrati adatti a genitori che non hanno paura di qualche sottotesto esoterico. Nella collana “I cavoli a merenda” segnaliamo Le penne del drago e tutti gli albi illustrati da Olga e Andrej Dugin.

Ma il libro che ci ha più sconvolti, tra i quattro e i cinque anni di età, e occupati per lunghe ore durante la pandemia del 2020, è un altro. Si chiama Bosch. L’avventura magica del giovane artista, il berretto, lo zaino e la palla... e lo ha realizzato Thé Tjong-Khing. Il libro, interamente muto, racconta con grandi illustrazioni il viaggio di un ragazzo all’interno del mondo fantasmagorico dei dipinti del pittore medievale Hieronymus Bosch. Ogni tavola è piena di minuscoli dettagli che si ritrovano di pagina in pagina, raccontando assieme alla trama principale numerose sottotrame, che si rivelano di lettura in rilettura. Ce ne vogliono almeno dieci o quindici per esaurire tutte le sorprese nascoste, e malgrado il riferimento iconografico bizzarro il libro non è particolarmente spaventoso ma anzi molto suggestivo.

Tanti altri libri potremmo citare, e tanti altri probabilmente ancora ignoriamo. D’altronde una regola universale non vale: bisogna continuare a frugare, cercare, testare, senza temere di scrutare gli scaffali più nascosti.

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