- Non è tassativo che il cinema “da cineteca” debba essere per forza pensoso e mestamente solenne, afflitto da critici uggiosi in vena di pontificare. Sono vizietti che l’urlo liberatorio di Nanni Moretti quando era ancora un Michele Apicella felicemente autarchico (“No, il dibattito no!”) ha scoraggiato più ancora del Fantozzi-Villaggio in rivolta contro La Corazzata Potemkin.
- Gli appuntamenti quadrisettimanali con “XX Secolo-L’invenzione più bella”, in programma fino al 29 giugno al cinema Quattro Fontane di Roma e in gemellaggio con La Compagnia di Firenze, sono diventati un “caso” perché rispondono a quella voglia di leggerezza intelligente che i tempi attuali mortificano.
- Con il doppio marchio della Cineteca Nazionale e del Csc, il Centro Sperimentale di Cinematografia, la rassegna si permette anche di sfidare la cancel culture dell’era #MeToo.
La domenica mattina non fa testo, ma certe sere di lunedì e martedì è la sala più gremita di Roma. Hanno dovuto aggiungere proiezioni anche il mercoledì. Forse perché la programmazione è un felice miscuglio di screwball comedy degli anni Trenta e Quaranta, di grandi innovatori degli anni Settanta, di quel Free Cinema inglese anni Sessanta quasi più sovversivo della Nouvelle Vague e di incursioni mirate nelle carriere di icone come Myrna Loy, Errol Flynn, Ann Sheridan, che i più dei millennials



