Cultura

Quel mostro dell’Angliru e le altre salite ardite di Spagna

Giunta alla sua ultima settimana, la Vuelta di Spagna arriva in cima all’Angliru, una salita di 12 chilometri e mezzo per 1.266 metri di dislivello, una salita scoperta nel 1996 e inserita tre anni dopo nel percorso, in risposta al Tourmalet francese e al Mortirolo italiano. Nel tratto più duro si ha la sensazione di ribaltarsi, molti mettono il piede a terra. «È come guardare fuori dal finestrino di un aereo», disse dopo esserci salito lo svizzero Tony Rominger, vincitore di un Giro e di tre Vuelta. Sulle montagne spagnole molti corridori vanno in ritiro per preparare la stagione, fra il Teide e Andorra. In un paese dove è possibile dormire in camere ipobariche, considerate una pratica doping in altre nazioni, tra cui l’Italia

Se non siete mai saliti su una montagna il giorno di un tappone non potete immaginare quella puzza che rovescia lo stomaco, un mélange di scarico di motori e frizioni bruciate. Se non siete mai arrivati in cima all’Angliru non sapete cosa sia la paura di cadere: da una salita, con la macchina che urla di impotenza. Quando ti vedono in stallo, arrivano i tifosi appollaiati lì da giorni, e cominciano a spingerti via. Se neanche così riesci a ripartire, allora ti sollevano di peso e ti parchegg

Per continuare a leggere questo articolo